ECOGRAFIA ED ECOCOLORDOPPLER DI TIROIDE E PARATIROIDI

DOVE SI TROVANO E COME SONO FATTE LA TIROIDE E LE PARATIROIDI

La tiroide è localizzata nella parte anteriore del collo, al centro. La sua forma assomiglia a quella di una farfalla, le cui ali corrispondono al lobo destro e sinistro, unite al centro dall’istmo. Raramente, dall’istmo nasce una piccola porzione accessoria di tessuto, che si proietta verso il mento, lobo piramidale, privo di significato patologico.

In età adulta, la tiroide pesa in media 20-25 grammi, ed ogni lobo misura circa 5x3x2 cm (larghezza, lunghezza e spessore, rispettivamente), mentre l’istmo è circa 1.2 cm di larghezza e spessore. Le sue dimensioni variano con l’età, il sesso e in associazione a condizioni fisiologiche (es. gravidanza) o patologiche. Superiormente e posteriormente alla tiroide si trova la laringe, inferiormente la trachea, organi dell’apparato respiratorio. La tiroide è densamente innervata e vascolarizzata; in particolare il suo sistema linfatico drena in una fitta rete di linfonodi, distribuiti nella regione anteriore e laterale del collo. Questi linfonodi rappresentano le sedi preferenziali di disseminazione dei tumori tiroidei e, pertanto devono essere attentamente valutati in corso di ecografia tiroidea.

Le paratiroidi sono delle piccole ghiandole, in genere 4, 2 superiori e 2 inferiori, situate posteriormente ai lobi della tiroide. Il loro numero e localizzazione sono però estremamente variabili, il che rende spesso complicato identificarle ecograficamente quando si sospetti una patologia a loro carico sulla base della clinica e degli esami di laboratorio.

Tiroide e paratiroidi sono per la gran parte ricoperte da muscoli. Inoltre, in prossimità dei lobi tiroidei decorrono vasi e nervi fondamentali per le ghiandole stesse e per le altre strutture del collo (es. nervi ricorrenti fondamentali per il corretto movimento delle corde vocali, quindi l’emissione della voce).

CHE COS’E’ L’ECOGRAFIA?

L’ecografia è una metodica di diagnostica per immagini non invasiva e non dolorosa che consente, utilizzando gli ultrasuoni, di visualizzare alterazioni nella morfologia, struttura e vascolarizzazione (utilizzando la funzione doppler) di organi e tessuti.

Gli ultrasuoni non sono radiazioni: pertanto, l’ecografia può essere eseguita in tutti i pazienti (es. bambini, anziani e donne in gravidanza), e, se indicato, ripetuta anche a distanza ravvicinata di tempo senza effetti collaterali nel breve, né nel lungo termine.

Inoltre, rispetto ad altre metodiche (es. TAC, RMN, PET, etc) ha tempi di esecuzione più rapidi e costi nettamente inferiori.

L’ecografia rappresenta l’esame di prima scelta per lo studio delle patologie di tiroide e paratiroidi, per la loro localizzazione (organi piuttosto superficiali, quindi facilmente raggiungibili dal segnale ecografico) e caratteristiche strutturali.

COME FUNZIONA L’ECOGRAFIA?

Lo strumento necessario all’esecuzione di un’ecografia si chiama ecografo, formato da componenti elettroniche connesse ad un trasduttore (genera onde sonore e ne rielabora l’eco di ritorno dagli organi, trasformandole in immagini); un monitor (per visualizzare le immagini); ed una sonda con caratteristiche specifiche a seconda dell’organo che si vuole studiare.

L’ecografia si basa sull’impiego degli ultrasuoni (onde di frequenza superiore ai 20.000 Hertz, che il nostro orecchio non è in grado di percepire) capaci di penetrare i tessuti del nostro organismo in misura e con velocità variabili a seconda della loro frequenza e della composizione del tessuto.

Quando gli ultrasuoni attraversano due tessuti diversi, in corrispondenza della superficie che li divide si ha la riflessione dell’onda, definita eco, che ritorna alla sonda impiegando una quantità di tempo variabile a seconda della profondità a cui si trova il tessuto. L’eco viene quindi catturato e trasformato in immagine all’interno della sonda, che il medico visualizza nel monitor dell’ecografo.

A COSA SERVE L’ECOGRAFIA A TIROIDE E PARATIROIDI?

L’ecografia è fondamentale per diagnosticare alterazioni delle dimensioni, della forma o della struttura della tiroide o delle paratiroidi, oltre che identificare e caratterizzare eventuali lesioni a loro carico.

Nel caso della tiroide, le dimensioni, la struttura e la vascolarizzazione – quest’ultima tramite impiego della modalità ecocolordoppler – permettono di riconoscere la presenza di una patologia infiammatoria/autoimmune (tiroidite acuta/cronica) responsabile di ridotta o eccessiva funzione della ghiandola (ipo- od ipertiroidismo), o, ancora, in caso di tiroidi di dimensioni molto aumentate (gozzo), di identificare la presenza e l’entità della compressione/dislocazione di strutture del collo ad essa prossime (es. trachea, esofago, vasi arteriosi o venosi del collo), o, ancora, la sua estensione inferiore nel torace.

In caso di lesioni solide (noduli) o liquide (cisti) della tiroide o delle paratiroidi, l’insieme delle caratteristiche circa la forma, i contorni, le dimensioni, la composizione, l’eventuale presenza di calcificazioni e la vascolarizzazione permettono di definire il rischio di malignità, oltre che di identificare la diffusione di tumori tiroidei/paratiroidei ai linfonodi, quindi, di decidere quali pazienti inviare ad indagini più approfondite (es. TAC, RMN, scintigrafia o ago aspirato).

L’elastografia o elastosonografia è un’applicazione che può essere utilizzata a completamento dello studio ecografico ed ecocolordoppler per meglio caratterizzare un nodulo tiroideo definendone la durezza. Generalmente, i noduli maligni sono più ‘rigidi’ (meno elastici) rispetto a quelli benigni.

L’ecografia si utilizza, inoltre, per monitorare il decorso delle lesioni nodulari tiroidee/paratiroidee (es. aumento delle dimensioni o comparsa di caratteristiche di sospetto per malignità) e, in pazienti con lesioni maligne trattati con chirurgia ed eventuale terapia radiometabolica, la comparsa di recidive di malattia.

Infine, l’ecografia serve a guidare l’esecuzione dell’agoaspirato su una lesione tiroidea o paratiroidea, in quanto consente di indirizzare con precisione l’ago deputato all’aspirazione delle cellule su cui l’anatomopatologo dovrà formulare la diagnosi.

L’ecografia non fornisce, invece, informazioni dirette sulla funzione della tiroide o delle paratiroidi.            

QUANDO E’ INDICATO ESEGUIRLA?

L’ecografia dovrebbe essere sempre eseguita in caso di sospetto clinico (es. tumefazione del collo, disturbi della deglutizione, manifestazioni suggestive per iper- o ipofunzione ghiandolare, etc) e/o laboratoristico (es. alterazione dei livelli di TSH, fT3 ed fT4, e/o positività degli anticorpi anti Tg e anti TPO, e/o rialzo dei valori di calcitonina per quanto concerne la tiroide; alterazioni dei livelli ematici e/o urinari degli indici di metabolismo calcio-fosforico nel caso delle paratiroidi) di una patologia a carico di tiroide o paratiroidi.

E’, inoltre, indicata per il monitoraggio nel tempo di patologie tiroidee o paratiroidee precedentemente identificate (es. tendenza all’accrescimento e/o acquisizione di caratteristiche di sospetto di lesioni nodulati o loro carico) secondo le tempistiche definite dall’Endocrinologo sulla base della storia e della valutazione clinica del paziente.

COME SI ESEGUE L’ECOGRAFIA ALLA TIROIDE E ALLE PARATIROIDI?

Per eseguire l’esame, il paziente viene fatto sdraiare sul lettino in posizione supina, con il collo in iperestensione (‘mento all’insù’) e lo sguardo rivolto dietro di sé. Il medico procederà appoggiando la sonda ecografica, ricoperta da un sottile strato di gel acquoso, sul collo del paziente e la muoverà in diverse direzioni applicando una leggera pressione, per esplorare da diverse angolazioni caratterizzandoli gli organi sottostanti e le loro eventuali lesioni.

L’utilizzo del gel migliora lo scorrimento della sonda sui tessuti ed amplifica il segnale ecografico, quindi migliora la capacità diagnostica.

L’esame dura, in media, 15-20 minuti. Tempi più lunghi possono essere necessari per pazienti con patologie complesse (es. ricerca di recidive tumorali).

COME PREPARASI ALL’ESAME E COSA PORTARE CON SE’?

Il paziente non deve eseguire alcuna preparazione e non ha necessita di essere accompagnato in quanto l’esame non richiede alcun tipo di sedazione.

E’ sempre indicato portare i referti di precedenti ecografie o altri esami (es. scintigrafie, TAC, RMN, etc.) della tiroide o paratiroidi, affinché il medico che esegue l’esame possa evidenziare eventuali modifiche dimensionali o di altre caratteristiche significative di lesioni precedentemente individuate, per guidare il paziente nel più appropriato iter diagnostico-terapeutico.

QUALI SONO I TEMPI DI REFERTAZIONE?

Il referto scritto, corredato delle immagini più significative (stampate o salvate su supporto digitale) viene consegnato immediatamente.

COME COMPORTARSI AL TERMINE DELL’ESAME?

Al termine dell’esame, il paziente può ritornare subito al lavoro o a casa e riprendere le proprie abitudini di vita senza particolari accortezze.

A CHI RIVOLGERSI PER ESEGUIRLA?

Trattandosi di un esame di semplice esecuzione, l’ecografia della tiroide e delle paratiroidi viene eseguita, oltre che dall’endocrinologo, da vari altri Specialisti, più spesso radiologi, internisti, ma anche medici di medicina generale o Colleghi di discipline completamente estranee all’endocrinologia, tra cui risulta difficile per il paziente saper scegliere.

Tuttavia, la realizzazione di una ecografia di buona qualità, ovvero di un esame che fornisca gli elementi utili al corretto inquadramento diagnostico del paziente, è tutt’altro che banale e richiede sia abilità tecniche che conoscenze specifiche di anatomia e fisiopatologia degli organi in esame.

In primis, il corretto posizionamento ed inclinazione della sonda ecografica e del capo del paziente, e l’appropriata impostazione dei parametri per l’acquisizione delle immagini sono necessari ad esplorare in maniera idonea in tutte le sue parti un determinato organo, la sua vascolarizzazione, oltre che, nel caso specifico di sospetto tumore alla tiroide e delle paratiroidi, l’eventuale coinvolgimento di stazioni linfonodali cervicali.

Segue la capacità di interpretare i diversi reperti ecografici, distinguendo tra elementi fisiologici/parafisiologici (ivi incluse le modifiche transitorie associate a condizioni particolari, es. ingrandimento delle dimensioni tiroidee con struttura conservata in gravidanza) ed avviare, quindi, il paziente al più appropriato percorso di completamento diagnostico e/o terapeutico.

Poiché tali competenze si acquisiscono con l’esperienza, è fondamentale che ad eseguire l’ecografia a tiroide e paratiroidi sia uno specialista dedicato alla diagnostica ecografica del collo.

Ulteriore importante vantaggio nell’eseguire l’esame con lo specialista Endocrinologo risiede nel fatto che questi, conoscendo i sottostanti meccanismi patologici e l’evoluzione naturale delle diverse alterazioni identificate, potrà fornire direttamente al paziente indicazioni circa la necessità di eventuale completamento diagnostico e/o la terapia.